Cristophe Pillet
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Migliorare la vita di oggi
senza compromettere il domani.
Christophe Pillet è nato nel 1959, vive e lavora a Parigi dal 1988. Designer diplomato in Arti Decorative a Nizza nel 1985 e ‘Master of Domus Academy’ a Milano nel 1986, collabora con Martine Bedin, per due anni. Lavora successivamente con Philippe Starck dal 1988 al 1993, prima di intraprendere la sua attività autonoma. Eletto Creatore dell’anno 1994, interviene in numerosi settori tra i quali design di mobili, di prodotti, architettura d’interni e scenografia. Nel 1994 è stato eletto creatore dell’anno al Salon du Meuble. E’ così che crea dei mobili e degli oggetti per Cappellini, Daum, JC Decaux, Driade, Ecart International, L’Oréal, Lacoste, Moroso, Renault, Serralunga, Shiseido, Shu Uemura, Veuve Cliquot Ponsardin, Whirlpool… Realizza altresì l’architettura interna di boutiques, di hotels e ristoranti come il Sezz a Parigi. Ha partecipato a numerose esposizioni collettive: “Memphis” a Milano, al Musée des Arts Décoratifs a Parigi, “Les capitales du design” e “20 ans de Création en France” al Centro Gerges Pompidou, “Proximus Motion Signs” a Bruxelles. Numerose esposizioni personali gli sono state dedicate: “Via carte blanche” a Parigi, “Parismix” a Osaka nel 1997, Scuola superiore d’arte e design a Reims nel 2000, lancio Artelano a Singapore e Tokyo nel 2002. Ultimamente ha realizzato gli interni della boutique Catherine Malandrino a New York nel quartiere di Meat Packing District, lo show-room Sony a Parigi nel 2006, così come la creazione dei mobili per la società Bals nel 2007 in Giappone. Tra i progetti in corso d’opera, Christophe Pillet sta sviluppando una serie di residenze a Marrakech, un ristorante a Praga e l’hotel Sezz a Saint Tropez.
Adriano Piazzesi
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I progetti grandiosi possono essere semplici.
Designer, pittore e scultore, Adriano Piazzesi (1923 – 2009) approccia il progetto alla luce del rapporto tra l’oggetto e chi lo utilizza; per lui il design non è un accessorio, ma una parte integrante del marketing e della produzione, nel quale riversare la sensibilità artistica e l’attitudine progettuale. La sua attività ha inizio negli anni sessanta: si è formato nello studio dell’architettura, che gli ha dato il gusto di progettare la struttura sottesa alle superfici, ma tale rigore progettuale non ha limitato i suoi interessi al solo aspetto professionale del lavoro di designer.
Adriano Piazzesi avrebbe potuto intraprendere qualsiasi altra strada: scrittore, poeta, pittore, performer addirittura. E avrebbe comunque avuto una carriera brillante ed eccezionale. Perché Adriano non è un uomo comune. Come Arketipo, ha scoperto che la sua arte può risuonare all’unisono con l’etica di Arketipo.
“Ci sono due grandi modelli o tipi psicologici che potremmo definire rispettivamente ‘designer assoluti’ e ‘designer relativi’, essi instaurano relazioni intrinsecamente diverse con i loro partner, caricandole di aspettative altrettanto diverse. Gli assoluti spesso sono talmente innamorati del proprio talento che preferiscono realizzarsi i prodotti da soli, mentre i relativi tendono ad assecondare l’azienda per cui lavorano, piegando i propri gusti a una narrativa più ampia.”
“Con Arketipo non funziona così. Arketipo ci lascia liberi di lavorare, sviluppare, porre domande. È così che abbiamo trovato il coraggio di imbarcarci insieme in un’impresa come Loft.”
«Una forma puramente geometrica, articolata attraverso un movimento semplice.»
Studio preliminare per il divano Loft ( 2001), disegnato da A. Piazzesi
Loft è un’idea rivoluzionaria di movimento e relax che si adatta agli ambienti di vita moderni, un design iconico figlio della genialità di Adriano Piazzesi.
“Ho sempre ritenuto che anche una poesia scritta con un vocabolario limitato possa diventare una grande opera. La semplicità non deve ostacolare, ma elevare.”
Loft, divano 2003 disegnato da A. Piazzesi
Flexa è una chaise-longue che affascina e intriga attraverso la persistenza di rare memorie e astrolabi galileiani, filtrati forse più da reminiscenze di matrice kandinskiana che non dalle futuristiche strutture high-tech di quel periodo.
Piazzesi ha portato il design a un nuovo livello collegando mondi, epoche e influenze di qualsiasi natura. Sì, avrebbe potuto essere uno scrittore, un poeta o un performer, ma la sua vocazione era il design. È stato un privilegio per noi aver creato insieme a lui.
«La semplicità non deve ostacolare, ma elevare.»
Flexa, chaise-longue 1987 disegnata da A. Piazzesi