Perfette imperfezioni.
Non fare domande: «Quando è pronto lo puoi sentire.»
È così che lavoriamo la fibra di vetro: con una dedizione incondizionata nei confronti della curiosità e delle conoscenze, là dove finisce il design e inizia l’ingegnerizzazione di nuovi elementi.

«Mai negarsi l’opportunità di provare qualcosa di nuovo o diverso.»
Ebbene sì, la fibra di vetro. Un materiale impiegato nella Formula Uno, nelle Olimpiadi Invernali e, da oggi, anche nell’arredamento.
La fibra di vetro rappresenta il metodo Arketipo nella sua accezione più ampia. Quello stesso metodo che pone l’esperienza al centro del percorso dei clienti. Che non nega a nessuno la possibilità di provare qualcosa di nuovo e di diverso. Che mette il background, le informazioni e le idee di una squadra al servizio di prodotti pensati per rendere migliore il nostro mondo.

Il nostro metodo è quello di Alberto.
Il suo team è responsabile dello sviluppo delle strutture in fibra di vetro. Alberto è uno scultore moderno, le cui creazioni hanno poco a che fare con gli esercizi di stile del Rinascimento cinquecentesco. No. I suoi capolavori sono fatti per essere toccati e vissuti. Un processo unico che lascia un’impronta inequivocabile sui prodotti, sotteso da una sensibilità tale che basta il minimo errore per rovinare tutto.
Lo scalpello di Alberto? Una sabbiatrice. La sua mola di lucidatura? Una sega circolare. La sua lima? Un innato sesto senso per il tocco e la precisione.
Ecco perché ad Alberto non si fanno domande. Il suo processo è semplicemente unico, le sue creazioni vere e proprie opere d’arte.
